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1) Dizion. 5° Ed. .
NERO ed anche NEGRO.
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NERO ed anche NEGRO.
Definiz: Sost. masc. Color nero. –
Esempio: Dant. Conv. 348: Il perso è un colore misto di purpureo e di nero, ma vince il nero.
Esempio: Macingh. Strozz. Lett. 34: Ha buona forma di lettera: ma quando iscrive ratto, diresti che non fassi di suo' mano; e tal differenza è da l'una a l'altra, quanto il bianco dal nero.
Esempio: Vinc. Tratt. Pitt. 333: Non essendo il nero connumerato nel numero de' colori, da lui si toglie le ombre di tutt'i colori de' corpi ec.
Esempio: Bart. C. Tratt. Albert. 17: Il bianco ed il nero non sono veri colori, ma gli alteratori, per dirsi così, de' colori.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. Intr. 1, 104: Di questa (pietra) è un'altra specie di grana e di un altro colore, perchè non ha il nero morato affatto.
Esempio: Tass. Rim. S. 3, 102: Di dolce negro avvolse il lume loro (degli occhi).
Esempio: Lipp. Malm. 12, 39: Si tratta, ch'e' vi fosse un vezzo Di perle, che, sebben pendeano in nero, Eran sì grosse, che ec.
Esempio: Baldin. Vocab. 106, 1: Nero.... Colore opposto al bianco.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 139: La sua foglia (di una qualità di tè) dà nel nero.
Esempio: Targ. Alimurg. 353: Hanno (le sferettine del carbonchio della faggina) una leggerissima sfumatura di nero.
Definiz: § I. Nel linguaggio delle arti, vale Materia che serve a colorire in nero, Tinta nera; e che spesso, secondo le sostanze di cui è fatta, ha diverse denominazioni, di cui le principali, come Nero d'avorio, Nero di fumo, Nero d'osso, si spiegano ai loro luoghi. –
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 127: E con una mestoletta togli di questo negro, e spianatene su per la palma della mano.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 7, 18: Cercava neri che ombrassino e fussino più scuri degli altri neri, per fare che 'l chiaro, mediante quegli, fussi più lucido.
Esempio: E Vasar. Vit. Pitt.10, 96: Se anco questa tavola non fusse stata tanto tinta di nero, onde è diventata scurissima, certo sarebbe stata molto migliore. Ma questo nero fa perdere o smarrire la maggior parte delle fatiche che vi sono dentro; conciosiachè il nero, ancora che sia vernicato, fa perdere il buono, avendo in sè sempre dell'alido o sia carbone, o avorio abbruciato, o nero di fumo, o carta arsa.
Esempio: Borgh. R. Rip. 164: Nove sono le sorte de' neri.... che da' pittori comunemente sono adoperati.
Esempio: E Borgh. R. Rip. appr.: Il settimo è detto nero di fummo.
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 98: Messe in uso il nero d'avorio abbruciato.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 106, 2: Nero d'osso. Sorta di color nero, fatto di ossa di vitella, per lo più abbruciate non interamente; ma tanto che possa cavarsene il nero.
Esempio: Menz. Sat. 97: Dietro all'uscio ei te l'attacca, E dà 'l nero di fummo, e la vernice A chi 'n presenza diè pomata e biacca (qui in locuz. figur.).
Esempio: Targ. Viagg. 4, 278: Se ne potrebbe fare anche un altro uso (del sughero), come in Spagna, cioè calcinare la scorza in pentole coperte, finattanto che si riduca in cenere nera estremamente leggiera, che si chiama nero di Spagna, addoprato da molti artefici.
Definiz: § II. Nero, vale anche Marmo nero o Pietra nera. –
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 107, 1: Nero di Carrara.... Sorta di pietra di color nero, come il paragon di Fiandra, ma più tenero di esso in circa a un quarto.
Definiz: § III. Vale pure Veste, o Parte di veste, nera, e più particolarmente Abito da lutto, Bruno; usato nelle locuzioni A nero e Di nero, specialmente col verbo Vestire a nero, di nero. –
Esempio: Stor. Pistol. 288: N'andò la novella (della morte del re di Puglia) al re d'Ungaria ed al re d'Appollonia suoi fratelli carnali, li quali di ciò menarono grande doglia, e vestironsene a nero con tutti quelli di loro corte.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 5: Le Naiade e le Driade, vestite di nero, aveano gli capelli sparti.
Esempio: Vill. M. 222: Il re, per amore di lei, e, per amore del re, i suoi baroni, se ne vistirono a nero.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 201: I quattro fratelli di Tedaldo così vestiti di nero, come erano, con alquanti loro amici vennero a casa Aldobrandino.
Esempio: E Bocc. Filoc. 1, 188: Vedendola Florio vestita di nero.... incominciò per pietà sotto il lucente elmo il più dirotto pianto del mondo.
Esempio: Monald. Diar. 348: Ebbe drappo d'oro, e drappelloni alla bara, e pennone, e scudo, e cavallo, e famiglia a nero.
Esempio: Ar. Orl. fur. 9, 2: Quel se ne va tutto vestito a negro.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 15, 72: Due belle donne onestamente ornate, L'una vestita a bianco e l'altra a nero,... Stavano a riguardar l'assalto fiero.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 30: Da un tempo in qua è stata [la padella] sulla civiltà, vestendo sempre nobilmente di nero (qui figuratam. e in ischerzo).
Esempio: Card. Poes. 618: Veggo tra 'l sole e me sola una faccia, Pallida faccia velata di nero.
Esempio: E Card. Poes. 679: Alta, solenne, vestita di nero Parvemi riveder nonna Lucia.
Definiz: § IV. A nero, Di nero, In nero, sono locuzioni che si usano con certi verbi, come Tingere a nero, di nero, in nero, Macchiare a nero, di nero, in nero, e simili, a significare Di color nero. –
Esempio: Cellin. Pros. 196: I detti marmi ancora loro sono di diverse sorte, le quali sono mescolate alcune di grossa grana con assai smerigli, e molto macchiati di nero.
Esempio: Tass. Gerus. S. 17, 28: Di serpenti in dosso ha per usbergo Il cuoio verde e maculato a nero.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 291: Perchè s'affatica l'arte in trovar ricette per tignere in nero i capelli?
Definiz: § V. Discernere il nero dal bianco, vale Saper distinguere una cosa dall'altra. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 29, 73: Non discernea il nero dal bianco, E di giovar, nocendo, si credea.
Definiz: § VI. Far di bianco nero. –
V. Bianco, sostantivo, § XII.
Definiz: § VII. Mostrare bianco per nero, Far vedere bianco per nero, Vendere, e simili, bianco per nero. –
V. Bianco, sostantivo, § XIV.
Definiz: § VIII. Mettere il nero sul bianco, o Porre, il nero sul bianco. –
V. Bianco, sostantivo, § XV.
Definiz: § IX. Pigliare il bianco per nero. –
V. Bianco, sostantivo, § XVI.
Definiz: § X. Scorgere il bigio dal nero, Distinguere, il bigio dal nero. –
V. Bigio, § VI.